La fiducia e le scuse della Raggi.

logo_movimento

Cerco di fare un ragionamento logico, anche se un po’ lungo, con la speranza che esso non venga frainteso.

Ho sempre detto che il M5S gode della mia stima, ne gode da tanto tempo, tempo che ho passato a cercare di analizzare le dinamiche di quello che potrebbe essere un futuro partito di governo.

Purtroppo quello che vedo non mi piace, e non mi piace per svariati motivi. Non mi piace per quello che sta accadendo in alcune delle città (badate solo alcune) governate dai grillini, città nella quale succede di tutto, dalle perquisizioni agli arresti, dagli allontanamenti coattivi alle purghe dei dissidenti.

È il saper governare la “forca caudina” di un movimento politico, quel governo che deve dare risposte ai cittadini e non scusarsi con essi.

Il mio pensiero, e credo non solo il mio, è quello che lega le grandi città al governo nazionale, come si riuscirà a governare l’Italia se a Roma, in una citta grande ma relativamente piccola rispetto alla nazione, succede quello che succede?

Le scuse della Raggi, l’ipocrisia di chi sapeva e stava zitto, il perbenismo dei militanti pronti a scagliarsi contro chiunque ma desiderosi di non vedere ciò che succede, la spregiudicatezza di chi si è infiltrato all’interno del movimento, tutto rende la situazione difficile.

Oggi ho letto un bel pezzo di Saviano, persona che di certo non può dirsi vicino alla destra o all’attuale governo. Egli che di infiltrazioni se ne intende, punta il dito su questa pratica come la vera rovina di un movimento, che aveva ridato fiducia a milioni di italiani.

Quell’infiltrazione che nei piccoli luoghi avviene per colpa di “pennivendoli voltagabbana”, (e i nostri piccoli paesini possono testimoniare, con presenze “strane” nei vari meetup, o con cambi di casacca degni del miglior calcio mercato estivo) nelle grandi città avviene per colpa di “pennivendoli opportunisti,” a volte come a Roma, palazzinari conosciuti dai poteri forti, ponti a pagare per quello che vogliono ottenere.

Il mio vuole essere un appello al cambiamento, un cambiamento che può avvenire solamente facendo più attenzione alle persone con cui si fa un pezzo di strada.

Le scuse dopo il danno non servono a nulla, se non ad evidenziare un’inesperienza che di fatto era un punto di forza, e che alla fine si sta dimostrando una debolezza.

Cambiamo per cambiare l’Italia, e non per diventare come quelli che quell’Italia si sono mangiati, e che adesso fanno parte dei “pennivendoli voltagabbana”, gente senza scrupoli che una volta si vendeva per un pezzo di pane, e adesso per qualcosa in più.

Domenico Romano

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *