I francesi e le bici
Nel mio “A Londra ma…bici” mi sono dovuto ricredere sulla cortesia francese.
Dopo l’introduzione una piccola premessa è d’obbligo. Personalmete il popolo transalpino non mi è stato mai particolarmente simpatico, affrontavo perciò la Francia con un certo pregiudizio.
Detto questo non so se per l’innata simpatia che i ciclisti esprimono o per la cultura transalpina che ha ormai accettato da tanto il cicloturismo devo dire che ho incontrato solamente delle splendide persone (con una sola eccezione).
Io ho praticamente tagliato tutta la Francia da Sud a Nord. In quasi tutti i paesini attraversati venivo fermato per sapere se avevo bisogno di qualcosa, quasi sempre tutti mi domandavano se avevo acqua a sufficienza, le persone (non solo i ciclisti) inoltre salutavano, alcuni in maniera cortese altri in maniera più partecipata. In qualche caso mi è stata offerta frutta.
Ho avuto anche qualche problema meccanico . Devo dire che anche il negoziante di un fornito negozio di bici si è adoperato per risolverlo il prima possibile.
Unico neo la dispotica proprietaria di un Hotel. Prima mi aveva negato la stanza (perche a sua detta troppo piena) siccome era l’unico hotel della zona e Booking mi dava una stanza libera ho prenotato via cellulare. Probabilmente indispettita mi ha vietato di lasciare la bici nella hall (che tra l’altro era vuota e abbastanza spaziosa) e mi ha di fatto “costretto” a portarmela in stanza (e tutti sanno la fatica che si fa)
insomma Francia e bici per me un connubio (quasi) perfetto.
domenico