Il mondo al contrario

Qualche mese fa ho ricevuto in regalo, uno dei libri più controversi di quest’ultimo periodo, Il Mondo al Contrario di Roberto Vannacci.

Il volume fin dalla sua uscita ha solllevato svariate polemiche, con tantissime proteste che lo “battezzavano” come un libro fascista e razzista, e con tantissimi personaggi politici che osteggiavano non solo la sua lettura ma anche la sua messa in vendita.

In queste polemiche tanto ha fatto il lavoro dello scrittore, Roberto Vannacci è infatti un generale dell’Esercito Italiano, Generale che ha “servito” in molti luoghi del pianeta, alcuni anche abbastanza pericolosi.

Essendo io persona avvezza alle polemiche non mi sono potuto esimere immediatamente dal desiderio di leggerlo, cosa che ho fatto anche grazie al gradito regalo, di seguito le mie personalissime considerazioni.

Voglio partire nell’analisi del Mondo al Contrario da un pensiero di Vannacci che mi ha colpito e che credo riassuma ampiamente il pensiero di tutto il volume. In una delle ultime pagine infatti Vannacci scrive

“””l’assurgere di una mentalità falsamente inclusiva, odiosamente omogenizzante ed ipocritamente antidiscriminatoria, tende a limare all’inverosimile tutto ciò che evidenzia anche le palesi diversità tra un essere e un altro”””

in poche righe si parla di ciò che succede nel mondo attuale e che parte di noi sperimenta sulla propria pelle.

In Italia e forse in qualche altra parte del mondo è in atto, almeno secondo la mia personalissima opinione, una situazione in cui tutto cio’ che corrisponde alla diversità deve essere per forza di cosa inclusivo.

L’obiettivo sicuramente meritorio, è quello di creare una società più aperta, equitaria e rispettosa della diversità, società che rispetti tutte le persone, indipendentemente dalla loro origine, etnia, religione, orientamento sessuale, genere, abilità fisiche o mentali, e così via.

A volte però tale obiettivo, ripeto meritorio, viene manifestato da parte di quelle che sono minoranze (in senso statistico) con atteggiamenti prevaricatori nei confronti della maggioranza (anche in questo caso in mero senso statistico).

Vannacci ad esempio cita le proteste che vedono alcuni attivisti bloccare strade a grande percorrenza o ancora imbrattare monumenti storici. Pur riconoscendo la valenza (per le alcuni e solo per alcuni) delle argomentazioni poste in rilievo nelle proteste, nessuno può accettare indiscriminatamente il blocco del GRA a Roma (blocco che causa disagi a migliaia di cittadini) o la vernice sui monumenti di Firenze.

Non si tratta di limitare le voci di protesta, ma di far si che quelle stesse voci di protesta siano incanalate verso manifestazioni pacifiche che rispettino anche la maggioranza a cui quelle proteste non interessano.

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L’esempio è singolo ma può essere ampliato per centinaia di situazioni, dalle tasse all’orientamento sessuale, dalla vivibilità delle città all’utilizzo della bici (unica parte del libro in cui per ovvie ragioni non mi trovo d’accordo con la tesi dell’autore), dallo sfruttamento del pianeta fino alla gestione energetica.

Martin Luther King diceva “La mia libertà finisce dove comincia la vostra”, una frase questa che sottolinea l’importanza di bilanciare la libertà individuale con il rispetto per gli altri e per il bene comune.

Questo principio chiave nella costruzione di società non deve essere visto a senso unico, ma dovrebbe essere interpretato come la libertà di poter vivere la propria vita sempre nel rispetto dell’altrui persona, senza prevaricazioni e tanto meno forzature.

Io personalmente non ho nulla contro nessuno, ma rivendico il diritto che nessuno forzi il mio pensiero, ne con manifestazioni violente ne tanto meno con odiose campagne di razzismo al ….contrario.

Per esemplificare il mio pensiero….sono cattolico e a casa mia tengo il crocifisso pur rispettando i non cattolici, sono onnivoro e non mi piace essere identificato come crudele dai vegani, pago le tasse e non mi piacciono gli evasori, sono bianco, etero, cicloturista, sposato, felice possessore di cane e pur rispettando chi non la pensa come me vorrei da loro lo stesso rispetto.

Detto questo va da se che condanno tutti gli episodi di violenza da una parte o dall’altra.

Va da se che sicuramente consiglio il libro, e non lo consiglio perche’ a me personalmente è piaciuto, ma lo consiiglio perchè solo leggendo le altrui opinioni si può veramente dire di vivere in una società LIBERA.

Domenico

PS che sta per riassumere 🙂

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In ultima analisi, il dialogo aperto e il rispetto reciproco sono fondamentali per costruire una società inclusiva in cui le differenze vengano celebrate e i diritti di tutti vengano rispettati. La lettura dei libri e la discussione costruttiva possono contribuire a un migliore comprensione delle questioni complesse e favorire il rispetto reciproco delle opinioni.

Ah dimenticavo……i libri bisogna leggerli e poi giudicare

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