La mia prima Randonèee
Questo è l’inizio di una nuova avventura almeno per quello che riguarda me.
Come ho scritto qui mi sono iscritto all’associazione nazionale (ARI – Audax Randonneur Italia -) che riunisce i randonneur italiani, intendendo per quest’ultimi tutti coloro che uniscono la passione per la bici alla voglia di scoprire non solo i propri limiti, ma anche i bellissimi territori che si possono esplorare con la propria bici.
E il 17 febbraio ho partecipato alla mia prima randonee, nello specifico la Patti – Cefalù – Patti, organizzata da un’associazione pattese la NUOVA TYNDARIS di Totò Giordano.
La manifestazione era una 200 km (anche se alla fine i km sono risultati 211) e prevedeva la partenza da Patti verso Cefalù, e da Cefalù verso Patti, in mezzo un punto di controllo a Sant’Agata di Militello.
Arrivato a Patti ho incontrato un altro partecipante, Domenico, con cui ci eravamo sentiti per telefono e insieme siamo andati al bar che di fatto era il punto di partenza.
Conosciuto Totò Giordano, (che pazienza e soprattutto che passione che devono avere gli organizzatori di questi eventi) fatta colazione (offerta dall’associazione organizzatrice) e preparatici alle 07.10 lasciamo Patti imboccando la SS113 direzione Palermo. La giornata è magnifica e anche se all’inizio c’è un po’ di freddo una volta alzatosi il sole la temperatura diventa non solo gradevole ma anche piacevolmente calda.
Pedaliamo con a destra il mare, all’orizzonte le isole eolie e in mare qualche barca di pescatori. I chilometri vanno avanti regolarmente e con Domenico parliamo di tutto, ma soprattutto di bici (e te pareva). Lui pedala con una bici anni 80, una di quelle con il cambio a manettino sul tubo obliquo, i ricordi vanno alla mia prima bici (che ho colpevolmente rottamato) e sono sicuramente bei ricordi.
Il mio compagno di viaggio avrà pure una bici non moderna ma va di agilità con un passo regolare, viene dalle gare in MTB e si vede, ogni tanto da un colpetto al manettino e via nei piccoli strappi che il percorso impone.
Passiamo la galleria di Capo Calavà e poi in men che non si dica arriviamo al bar di Sant’Agata che è il primo posto di controllo. Grande ciambellone fritto per riprendersi, qualche decina di minuti di riposo, riempimento borracce e via di nuovo in sella direzione Cefalù. Nel frattempo iniziamo ad incontrare gli altri appassionati che sono partiti da Cefalù, un cenno di saluto è d’obbligo e in quel segno di saluto c’è tutta la condivisione tra persone che hanno la stessa passione.
Chilometro dopo chilometro arriviamo al cartello di Cefalù, foto di rito con il panorama magnifico della bella cittadina e via a cercare il punto di controllo di metà percorso. Qui forse l’unico inconveniente della giornata, girovaghiamo un po’ nella cittadina alla ricerca del bar, complice anche il fatto che il nome non era quello giusto, nel frattempo incontriamo una coppia di ciclisti catanesi anche loro alla ricerca del punto di controllo. Perdiamo un dieci/quindici minuti, ma poi alla fine raggiungiamo il nostro obiettivo, timbro orario sulla carta gialla e sosta pranzo.
Insieme a Domenico optiamo per un panino con Hamburger, mangiato abbastanza velocemente e non per accorciare i tempi di sosta ma solamente per fame e nel post caffe scambiamo quattro chiacchiere con un altro gruppetto di appassionati, chiacchiere che vertono soprattutto sull’esasperato prezzo che hanno raggiunto le bici.
Ripartiamo e subito digeriamo il panino con una salita che stronca le gambe, ma pedalata dopo pedalata riusciamo (più che altro riesco visto che Domenico non sembra soffrire le salite) a raggiungere la SS113.
Questa volta prendiamo la direzione Messina e iniziamo di nuovo a pedalare. Qualche chilometro dopo incontriamo una coppia di ciclisti di Trecastagni e di fatto con quest’ultimi condividiamo quasi tutto il ritorno. Chiacchiera dopo chiacchiera, chilometro dopo chilometro raggiungiamo nuovamente Sant’Agata e poi pian pianino ripassiamo da Capo D’orlando.
Sulla salita di quest’ultimo paese perdo di vista il mio compagno di viaggio e rimango con il gruppetto di Trecastagni, e alla fine al calar della sera giungiamo a Patti, ultimo timbro della serata, ultime chiacchiere con Domenico e alla fine posso dire di aver archiviato con successo la mia prima randonee.
Che dire esperienza sicuramente bella e da ripetere, soprattutto per lo spirito della manifestazione che si può riassumere con: pedalare su strade bellissime e con gente che ha la tua stessa passione, senza lo stress che può portare una vera e propria gara, ma con l’adrenalina di dover raggiungere comunque l’obiettivo temporale previsto per avere il “brevetto”.
ps: randonee effettuata con bici “Cinelli”, casco e occhiali BRN, elettronica Garmin. Di seguito la schermata Strava