The Sicily DIvide….che belissima storia!!!
Il Sicily Divide come sapete (se non lo sapete guardatevi il mio video) è un percorso che come dice la parola “divide” in due la Sicilia, un percorso che io avevo intenzione fortissimamente di fare e che ho fatto dal 6 a l 9 di questo mese. Siamo partiti in due, Io e Pietro (un’altro che di bici se ne intende) con l’intenzione di “testarci” per un viaggio un pò più impegnativo (presto avrete delle novità su quest’ultime). Cammin facendo abbiamo recuperato un altro “pazzo” (uso questo termine perchè io ne faccio parte a pieno titolo ahahhaah) che veniva da Marsala, Fabio. Ecco un piccolo resoconto di questo mini viaggio.
Lunedi 6 Settembre
Abbiamo appuntamento con Pietro per arrivare a Palermo grazie ad un suo amico che inizia la settimana lavorativa nel capoluogo. L’orario era verso le sei, il luogo Milazzo, fuori però diluvia e allora per telefono ci mettiamo d’accordo che passano da casa mia. Questo di fatto è il primo colpo di fortuna del nostro Divide. In perfetto orario arrivano con il furgone, carichiamo la bici (che avevo preparato il giorno prima) e andiamo a Milazzo a prendere la bici di Pietro. Facciamo colazione e partiamo alla volta di Palermo, in strada un arcobaleno ci fa capire che sarà un viaggio magnifico.
Proseguiamo parlando del più e del meno con il mare che scorre alla nostra destra, la compagnia è bella e si va tranquilli verso Palermo. Mi arriva un messaggio di Fabio che sta ritardando la partenza a causa di un problema alle ruote. Rimaniamo indicativamente di beccarci dalle parti di Sambuca (avendo tutti intenzione di velocizzare il tracciato accorpando due tappe in una). Arriviamo a Palermo e scarichiamo le bici, foto di rito con Pasquale (che ci ha fatto un grandissimo favore accompagnandoci) e via per iniziare l’avventura.
Si inizia subito in direzione Monreale ma per farlo dobbiamo attraversare Palermo, nuvoloni neri ci dicono che sarà un “attraversamento bagnato“, ma poco importa. Pedaliamo tra la città e i suoi monumenti di fatto è una goduria per gli occhi. Puntuale come non mai arriva la pioggia a battezzarci, e che pioggia!!! Ci ripariamo sotto un balcone per lasciare passare l’acqua, poi visto che non ha intenzione di spiovere mettiamo i k way e come due bambini via allegramente …a bagnarci.
Lasciamo Palermo e ci dirigiamo verso Monreale, qui caffè e primo timbro sul nostro “pass” poi iniziamo a scendere e entriamo nel vero spirito del viaggio. Attraversiamo paesi piccoli ma bellissimi, vediamo panorami stupefacenti per la loro grandezza e continuando a pedalare arriviamo a Camporeale. Qui sosta panino in un bar sulla strada e ci dirigiamo verso Poggioreale.
Il Garmin mi dà un problema con la traccia che avevo precedentemente scaricato e decidiamo di rimanere sulla statale. E’ una strada poco trafficata e la decisione ci impedisce di perderci per le tante strade sterrate che ci sono. Arriviamo a Poggioreale e andiamo verso i ruderi che il terremoto ha lasciato, anche se visti da lontano è una visione spettrale che fa capire i patemi che gli abitanti di queste zone hanno vissuto, Incontriamo due ragazzini in bici che ci fanno da cicerone ed anche per questo che amiamo la bici, hanno 12 anni ma il loro piacere di pedalare è uguale al nostro che di anni ne abbiamo qualcuno in più.
Sosta caffe e ci prenotiamo l’albergo a Sambuca, sento al cellulare Fabio e anche lui sta dirigendosi verso Sambuca, rimaniamo d’accordo che ci aggiorniamo all’arrivo. All’arrivo a Sambuca (paese che ha meritato la palma di borgo più bello nel 2016) ci attende l’ultima salitona. Chi conosce il paese sa che è tagliato in due da una strada tutta in salita, ma piano piano anche questa la portiamo in saccoccia.
Ci sistemiamo in un B&B, doccia e usciamo a mangiare, fuori i ristoranti sono chiusi e ci accontentiamo di una pizza con abbondante salsiccia il tutto innaffiato dalle birre e dalla simpatia dei gestori (che ci offrono le ultime due birre della serata). Sento Fabio che dorme in un altra struttura e rimaniamo d’accordo per vederci l’indomani alle 7.30 al bar che fa da Check point. Contenti e soddisfatti ce ne andiamo a dormire, gli oltre 100 km si fanno sentire e il sonno arriva quasi subito.
Martedi 7 Settembre.
Sveglia alle 07.00 e preparazione bici. Non ho dormito benissimo visto che ho dormito in un lettino stile branda militare da cui ho rischiato di cadere due volte, ma sono troppo contento di attraversare la Sicilia quindi poco importa. Arriviamo in perfetto orario al Bar Beccadelli e quale sorpresa essere accolti dai titolari che ci aspettavano. Sapevano del nostro arrivo grazie alla pagina ufficiale del Sicily Divide, colazione, foto di rito e partenza. Nel frattempo arriva anche Fabio e già da come sale si capisce che è molto più veloce di noi, da dire anche che io e Pietro in due superiamo abbondantemente il secolo d’età.
Partiamo da Sambuca di lena, ma subito capiamo che l’andatura di Fabio è molto più veloce, lui ci aspetta ma noi vuoi per le bici cariche, vuoi per l’età siamo più lenti. Gli diciamo più volte di andare se vuole ma con grande pazienza lui si adegua al nostro ritmo. Noi invece andiamo su con tranquillità, anche per oggi interpretiamo la traccia evitando di farla integralmente e preferiamo per molti pezzi la statale. I panorami sono spettacolari. Terre baciate dal sole, casolari che svettono maestosi in cime alle colline appena arate, alberi solitari che pare facciano da vedette per eventuali invasori e soprattutto poche, anzi pochissime, macchine. Arriviamo a Bivona e qui incontriamo Mario, un amico conosciuto sui social, foto di rito e ristorante (ottimo) indicato da Mario.
Ripartiamo da Bivona e andiamo a Santo Stefano Quisquina. Qui sosta caffe al bar per il timbro e via con l’intenzione di arrivare a Montedoro. Ma la strada è veramente lunga e le salite veramente dure e quindi decidiamo di disdire l’albergo che avevamo prenotato in questo paese e di anticipare la sosta a Mussomeli. Arriviamo in paese che quasi è buio troviamo un Agritursmo (spettacolare), birretta di fine tappa, cena (offerta dal gestore), malvasia di Lipari che avevo buttato in borsa (giusto per non farci mancare nulla) e sonno rigenerante.
Mercoledi 8 settembre
Partiamo con calma, non prima di aver ammirato il panorama che è veramente fantastico. L’agriturismo si trova in alto e vedere la vallata ai nostri piedi con la leggera foschia del mattino è una vista che ripaga di tutte le fatiche fatte per arrivare. Passiamo dentro il paese a timbrare il pass e poi in discesa ammiriamo l’imponente castello che si erge. Vederlo arroccato su una montagna non può non far riflettere sulla bravura di quelli che noi chiamiamo “antichi”. Costruivano delle opere meravigliose in posti inaccessibili, altro che ponti che cadono e strade che sprofondano.
Lasciato Mussomli iniziamo a dirigerci verso San Cataldo e poi Caltanisetta, il panorama non cambia e rimane sempre spettacolare, noi pedaliamo in tranquillità, Fabio invece ogni tanto si stacca e poi ci aspetta. Immagginiamo che per lui sia una tortura ma apprezziamo e non poco il suo modo di interpretare questa avventura insieme a noi. A Caltanisetta mangiamo in un centro commerciale, il pranzo non ci soddisfa più di tanto ma avevamo veramente fame e ci mancava la voglia di trovare una trattoria nella zona. Andiamo in centro a timbrare il pass e non possiamo non apprezzare la bellezza del piccolo centro.
Dopo il caffe notiamo che la mia ruota anteriore e giù e provvediamo a gonfiarla, mi ripropongo la sera di approfondire il problema. Lasciamo Caltanissetta e dirigiamo verso Enna. Fabio decide di seguire la traccia del Divide e si avventura in una salita al 21%. Noi vecchietti prediligiamo la statale e per quanto saliamo la nostra salita è sicuramente più dolce. Superata Enna prenotiamo l’albergo ad Assoro. Il meteo dà pioggia e i nuvoloni neri che si vedono all’orizzonte confermano che le previsioni non sbagliano. Ci buttiamo giù per la discesa con un unica sosta per mangiare due pesche, indossiamo la mantellina e ci prepartiamo a bagnarci. La fortuna del ciclista questa volta è dalla nostra parte, passiamo che la pioggia è appena finita, e con i nuvoloni che ci inseguoni. Le strade sono bagnate ma evitiamo fortunosamente l’acuqua, in discesa Fabio si riaggancia a noi ed arriviamo insieme all’inizio del paese. Troviamo il B&B e ceniamo con un pasto completo, tutto buono e veramente rigenerante. Poi a dormire con la consapevolezza che l’indomani arriveremo a vedere l’Etna.
Giovedi 9 Settembre.
Partiamo da Assoro non prima di una colazione salata veramente corposa, salumi e formaggi di prima mattina ci danno la carica giusta per la giornata. Trovo la gomma a terra e provvedo (conoscete la mia incapacità quindi ringrazio pubblicamente Pietro per aver velocizzato le operazioni) a cambiare la camera d’aria. Controllo la vecchia camera (che avevo cambiato prima di partire) ed ha una perdita nella saldatura, ma sono cose che succedono. Uscendo dalla struttura sbagliamo strada, ma tanto ci siamo abituati visti i trascorsi.
Dirigiamo per Catenanuova incontriamo due ciclisti, (padre e figlio) che conoscono Spadafora e questo mi fa automaticamente felice. Caffe nel piccolo paesino e Fabio si stacca per andare a riprendere la traccia, noi valutiamo che l’indomani ci sarà cattivo tempo e decidiamo di saltare Paternò e dirigere verso Misterbianco, questo allo scopo arrivare a Catania e prendere un treno per ritornare a casa entro la sera. Arriva l’unico imprevisto di tutto il viaggio, ci dimentichiamo uno zaino al bar, ce ne accorgiamo dopo una decina di chilometri. Pietro ritorna indietro, io grazie a qualche telefonata rintraccio il bar dove eravamo stati e mi assicuro che lo zaino non prenda una “strada sbagliata”. La gentilezza di tutti coloro che ho chiamato non mi fa altro che confermare che al mondo esiste sempre della gente buona.
Pranziamo tra Catenanuova e Misterbianco e nel pomeriggio arriviamo in quest’ultimo paese, giro veloce e poi verso Catania. La nostra intenzione era ritirare l’attestato ma troviamo la ciclostazione chiusa, andiamo in piazza duomo per la foto nella piazza dell’elefantino, qui vediamo di nuovo Fabio e sanciamo la nostra amicizia con una birra e uno scatto ai piedi della statua.
CI salutiamo con Fabio ringraziandolo per la pazienza dimostrata. Insieme a Pietro andiamo alla stazione, qui testiamo la mobilità treno-bici (perfetta). Io mi prendo il treno per Messina e poi Rometta, e il mio compagno di viaggio il treno per Siracusa e poi Pozzalo.
Considerazioni finali.
Il giro in se è veramente bello, si vedono paesaggi spettacolari e si incontra gente magnifica. L’emozione di trovare al Dividers per strada ti lascia senza fiato, raccogliere le loro storie anche.
Se devo trovare un piccolo difetto è quello legato alla scelta della traccia. Condivido di fondo lo spirito degli organizzatori che scelgono strade a bassissimo (se non nullo) impatto automobilistico, ma questo rende tutto più difficile, anche se sicuramente più bello. Affinerei anche la presenza dei check-point, (alcuni non sapevano neppure di essere segnalati, vedi l’albergo di Assoro o il caffe Noir di Misterbianco) anche qui però si deve giustificae gli organizzatori, il loro è un impegno gratuito e già hanno fatto non molto ma moltissimo, quindi vanno ringraziati senza se nè ma.
Personalmente poi questo viaggio serviva per testare la compatibilità con Pietro. Abbiamo un progetto corposo, strutturato e molto ma molto più impegnativo, le mie sensazioni sono ottime e spero anche le sue.
Concludo dicendo che tutto il viaggio è costato un pò più di 250 euro (pernotti, pasti, colazioni, viaggi compresi) che presto su you tube ci sarà un video (qui il link al canale……anzi perchè non vi iscrivete?), lasciandovi qualche riferimento giornaliero riguardo le tappe, (fonte Strava) e consigliando fortissimamente a tutti gli amanti della bici di prendere in considerazione l’idea di “divide” la nostra bellissima terra.
Lunedi 6 Settembre km 102, dislivello 1.681mt.
Martedi 7 Settembre Km 101, dislivello 2.224 mt.
Mercoledi 8 Settembre Km 114, dislivello 1.659 mt
Giovedi 9 Settembre km 92, dislivello 663 mt.
Totali, Km 409, dislivello 6227 mt.
Domenico
Caro Amico Domenico è un piacere seguirti nei tuoi viaggi, perché riesci sempre più a farmi appassionare della nostra meravigliosa Sicilia…Grazie.